Winston Churchill fece un altro dei suoi grandi discorsi il 4 giugno 1940. Iniziò delineando i timori che molte persone avevano avuto quando appresero che la Forza di Spedizione Britannica era stata accerchiata:
Quando una settimana fa, oggi, ho chiesto alla Camera di fissare questo pomeriggio come occasione per una dichiarazione, temevo che sarebbe stata mia dura sorte annunciare il più grande disastro militare della nostra lunga storia. Pensavo – e alcuni buoni giudici erano d’accordo con me – che forse 20.000 o 30.000 uomini potevano essere reimbarcati. Ma sembrava certamente che l’intera Prima Armata francese e l’intera Forza di Spedizione Britannica a nord del varco Amiens-Abbeville, sarebbero state spezzate in campo aperto o avrebbero dovuto capitolare per mancanza di cibo e munizioni.
Queste erano le dure e pesanti notizie per le quali ho invitato il Parlamento e la nazione a prepararsi una settimana fa. L’intera radice, il nucleo e il cervello dell’esercito britannico, sul quale e intorno al quale dovevamo e dobbiamo costruire i grandi eserciti britannici negli ultimi anni della guerra, sembrava sul punto di perire sul campo o di essere condotto in una ignominiosa e affamata prigionia.
Passò a descrivere il miracolo che si era verificato, e a lodare la Royal Air Force per la sua parte nel salvataggio.
Un miracolo di liberazione, ottenuto dal valore, dalla perseveranza, dalla perfetta disciplina, dal servizio impeccabile, dalle risorse, dall’abilità, dalla fedeltà inespugnabile, è evidente a tutti noi. Il nemico è stato respinto dalle truppe inglesi e francesi in ritirata. E’ stato trattato così rudemente che non ha molestato seriamente la loro partenza. La Royal Air Force ha ingaggiato la forza principale dell’aviazione tedesca, e le ha inflitto perdite di almeno quattro a uno; e la Marina, utilizzando quasi 1.000 navi di tutti i tipi, ha portato oltre 335.000 uomini, francesi e britannici, fuori dalle fauci della morte e della vergogna, alla loro terra natale e ai compiti che si trovano immediatamente davanti.
Dobbiamo essere molto attenti a non assegnare a questa liberazione gli attributi di una vittoria. Le guerre non si vincono con le evacuazioni. Ma c’è stata una vittoria all’interno di questa liberazione, che va notata. È stata ottenuta dall’aeronautica militare.
Ha concluso con queste parole di sfida:
Anche se ampi tratti d’Europa e molti vecchi e famosi Stati sono caduti o possono cadere nella morsa della Gestapo e di tutto l’odioso apparato del governo nazista, noi non vacilleremo o falliremo. Andremo avanti fino alla fine. Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e sugli oceani, combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell’aria, difenderemo la nostra isola, qualunque sia il costo.
Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sui terreni di sbarco, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline; Non ci arrenderemo mai, e anche se, cosa che non credo nemmeno per un momento, quest’isola o una gran parte di essa fosse sottomessa e affamata, allora il nostro Impero al di là dei mari, armato e sorvegliato dalla flotta britannica, continuerebbe la lotta, fino a quando, a tempo debito, il nuovo mondo, con tutta la sua forza e potenza, si farà avanti per il salvataggio e la liberazione del vecchio.
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