Come sarà l’America tra 30 o 40 anni? Il National Geographic ha qualche idea, in pratica sostiene che, con i matrimoni interrazziali in aumento, il nostro paese avrà un futuro decisamente multirazziale. E le loro foto di come sarà l’americano medio non sono certo quelle che ci aspettiamo.

Le persone di razza mista fanno parte degli Stati Uniti da prima ancora che fossero gli Stati Uniti. La prima persona di origine afro-europea a vivere in quelle che allora erano le colonie britanniche nacque in Virginia nel 1620, solo un anno dopo l’arrivo dei primi schiavi africani nel territorio. Ma fino a poco tempo fa, la realtà delle persone con un patrimonio diverso è stata ampiamente ignorata. Il 2000 è stato il primo anno in cui il censimento degli Stati Uniti ha permesso agli intervistati di selezionare più caselle alla domanda sulla loro razza. Per i 6,8 milioni di persone che l’hanno fatto (circa il 2,4% della popolazione), era atteso da tempo.

Da allora, le persone multirazziali e le relazioni interrazziali sono state in costante crescita. Al censimento del 2010, il numero di persone multirazziali era già salito a 9 milioni, e i matrimoni interrazziali rappresentavano oltre l’8% di tutti i matrimoni. E in quello stesso anno, il 15 per cento di tutti i nuovi matrimoni erano tra coppie di razze diverse. Nel 2012, completamente il 7% di tutti i bambini nati erano di razza mista.

Quindi l’americano medio del 2050 sarà multirazziale? Ovviamente non c’è modo di saperlo con certezza, ma queste foto del National Geographic ci danno un’idea di come potrebbe essere.

L’America ha una lunga storia di avere un sistema di codifica razziale molto rigido, che tende a vedere la razza come una categoria assoluta. Il che è piuttosto ridicolo, dato che la razza come categoria non ha basi biologiche. Eppure in questo paese, qualcosa che è essenzialmente un costrutto sociale è stato trattato come un fatto inamovibile, con confini e definizioni molto rigide. Le persone di razza mista tendono a sfidare questo tipo di assunti rigidi semplicemente esistendo, e così l’aumento delle persone multirazziali nella nostra società può davvero fare un lungo cammino verso la rottura dei nostri assunti operativi sulla razza. La rigida mentalità razziale americana spesso significa che le persone di razza mista sono relegate in una categoria o nell’altra – e se capita che siano in parte bianche, sono spesso escluse da quella categoria come un dato di fatto. In altre parole, ci si aspetta spesso che le identità delle persone multirazziali si adattino alla rigida comprensione della razza da parte della nostra società, piuttosto che il contrario.

Come esempio ovvio, Barack Obama è salutato come il primo presidente nero della nostra nazione, anche se in realtà è birazziale ed è stato cresciuto principalmente da una madre bianca. Ha altrettante, se non più, ragioni per identificarsi come bianco che come nero, ma viene raramente indicato come birazziale, e quasi sempre indicato come nero. Nonostante il fatto che la sua eredità sia ben nota, gli è ancora concessa una sola categoria razziale. E non è solo in questo.

Può essere che il volto del 2050 sarà multirazziale, e che la comprensione della razza da parte del nostro paese sarà maturata e cresciuta più sfumata di conseguenza – o può essere che l’assimilazione e la conformità agli standard razziali attuali continueranno ad essere la norma. Personalmente, spero nell’opzione uno, però.

Immagine: National Geographic

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