Edmond Charles Genet (1763-1834), noto come Citizen Genet, emissario francese negli Stati Uniti, influenzò le relazioni estere americane e la formazione del primo sistema bipartitico americano.

Edmond Genet era il rampollo della nobiltà francese prerivoluzionaria. Dopo un’educazione e un’istruzione aristocratica, nel 1781 Genet seguì suo padre nel Ministero degli Esteri francese. Fu fortunato ad essere inviato in Russia quando iniziò la Rivoluzione francese e fu in grado di mantenere la sua posizione fino al 1792. Dopo una breve pausa emerse come Cittadino Genet per accettare una nomina girondista come ministro plenipotenziario francese negli Stati Uniti. Gli fu specificamente detto di usare la sua personalità irresistibile e la sua abilità diplomatica per convincere l’America a schierarsi con la Repubblica francese nelle guerre rivoluzionarie francesi.

L’arrivo di Genet in America nel 1793 fece precipitare una crisi nelle relazioni franco-americane. Il Segretario di Stato pro-francese Thomas Jefferson, già in contrasto con la neutrale amministrazione federalista, insistette con successo affinché a Genet fosse accordato il pieno riconoscimento diplomatico. Genet, nel frattempo, operando sul presupposto che il governo americano e il suo popolo avrebbero guardato dall’altra parte mentre lui noleggiava navi americane come corsari per predare le navi britanniche nelle Indie Occidentali, si mise a cercare il sostegno popolare.

La gelida reazione dell’amministrazione federalista all’inseguimento di Genet fu l’esatto contrario dell’adulazione accordatagli dai cittadini americani in generale. Il suo viaggio da Charleston a New York in cerca di fondi e sostegno navale privato fu un tour trionfale. Le sue attività non diplomatiche a Filadelfia, tuttavia, insieme alla sua crescente popolarità, mossero l’amministrazione all’azione.

I federalisti avevano notato che, lungo tutto il percorso di Genet nel suo tour attraverso gli stati, il dinamico inviato aveva organizzato e lasciato dietro di sé organizzazioni politiche funzionanti note come “società democratiche”. La creazione di queste società allarmò giustamente i federalisti, perché alla fine divennero componenti chiave dell’opposizione, contro i federalisti, nell’organizzazione del partito Jeffersoniano-Repubblicano in espansione. Questa attività di Genet, insieme all’imbarazzo diplomatico che impose al presidente George Washington con le sue ripetute violazioni della Proclamazione di Neutralità del 1793, portò alla revoca delle sue credenziali diplomatiche nel dicembre 1793. Persino Jefferson era arrivato a vedere Genet con crescente diffidenza.

Piuttosto che tornare in Francia, Genet sposò la figlia del governatore di New York George Clinton e si stabilì a Long Island. È ricordato come una figura centrale nella creazione di una linea di demarcazione tra federalisti e Jeffersoniani-Repubblicani durante gli anni 1790.

Altra lettura

Non esiste uno studio completo soddisfacente su Genet. Le sue attività diplomatiche negli Stati Uniti sono discusse in Alexander DeConde, Entangling Alliance: Politics and Diplomacy under George Washington (1958). Per le sue attività politiche in America si veda Eugene P. Link, Democratic-Republican Societies, 1790-1800 (1942). C’è un utile riassunto della missione di Genet in John C. Miller, The Federalist Era, 1789-1801 (1960). Vedi anche George Gates Raddin, Caritat and the Genet Episode (1953). □

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