Harilal nacque il 23 agosto 1888, poco prima che suo padre partisse per l’Inghilterra per studi superiori. Harilal rimase in India con sua madre.

Harilal fu coinvolto nel movimento di indipendenza indiano, e fu imprigionato come satyagrahi sei volte tra il 1908 e il 1911. La sua volontà di sopportare queste condanne gli valse il soprannome di ‘Chhote (Piccolo) Gandhi’.

Anche lui voleva andare in Inghilterra per gli studi superiori, sperando di diventare un avvocato come lo era stato suo padre. Suo padre però si oppose fermamente, credendo che un’educazione in stile occidentale non sarebbe stata utile nella lotta contro il dominio britannico sull’India, portando a tensioni tra padre e figlio. Alla fine, ribellandosi alla decisione del padre, nel 1911 Harilal rinunciò a tutti i legami familiari.

Nel 1906 sposò Gulab Gandhi, dalla quale ebbe cinque figli: due figlie, Rani e Manu; e tre figli, Kantilal, Rasiklal e Shantilal. Rasiklal e Shantilal morirono in giovane età. Ebbe quattro nipoti (Anushrya, Prabodh, Neelam Solanki e Navmalika) tramite Rani, due (Shanti e Pradeep) tramite Kantilal e uno (Urmi) tramite Manu. Dopo la morte di Gulab durante la pandemia di influenza del 1918, Harilal si distaccò dai suoi figli. Contemplò di sposare la sorella di sua moglie, Kumi Adalaja, che era vedova di un bambino, ma questo non si concretizzò. Questo portò Harilal ad un’ulteriore discesa e gradualmente cominciò a scivolare e divenne un alcolizzato. Rimase in contatto con suo padre sporadicamente nel corso degli anni, a volte attraverso persone comunemente conosciute, fino al 1947.

Harilal si presentò al funerale di suo padre in condizioni così derelitte che pochi lo riconobbero.

Neelam Parikh, la figlia di Ranibehn, la maggiore dei figli di Harilal, scrisse successivamente una biografia di lui, intitolata Gandhiji’s Lost Jewel: Harilal Gandhi.

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