Saluto Bellamy
Il saluto Bellamy è il saluto descritto da Francis Bellamy (1855-1931) per accompagnare il giuramento di fedeltà americano, di cui era autore. Durante il periodo in cui veniva usato con il Pledge of Allegiance, era talvolta conosciuto come il “saluto alla bandiera”. Durante gli anni ’20 e ’30

, i fascisti italiani e i nazisti adottarono dei saluti che erano simili nella forma, con conseguente controversia sull’uso del saluto Bellamy negli Stati Uniti. Fu ufficialmente sostituito dal saluto con la mano sul cuore quando il Congresso modificò il Codice delle Bandiere il 22 dicembre 1942.
L’inventore del gesto del saluto fu James B. Upham, socio junior ed editore di The Youth’s Companion. Bellamy ha ricordato che Upham, dopo aver letto il giuramento, si mise nella postura del saluto, fece schioccare i talloni e disse: “Ora lassù c’è la bandiera; vengo a salutare; mentre dico ‘Giuro fedeltà alla mia bandiera’, stendo la mia mano destra e la tengo sollevata mentre dico le emozionanti parole che seguono.”
Il saluto Bellamy fu dimostrato per la prima volta il 12 ottobre 1892 secondo le istruzioni pubblicate da Bellamy per la “National School Celebration of Columbus Day”:
Al segnale del preside gli alunni, in file ordinate, con le mani ai lati, guardano la bandiera. Viene dato un altro segnale; ogni allievo fa alla bandiera il saluto militare – mano destra sollevata, palmo verso il basso, in linea con la fronte e vicino ad essa. Stando così, tutti ripetono insieme, lentamente, “Io giuro fedeltà alla mia Bandiera e alla Repubblica che essa rappresenta; una Nazione indivisibile, con Libertà e Giustizia per tutti”. Alle parole “alla mia Bandiera”, la mano destra viene estesa con grazia, con il palmo verso l’alto, verso la Bandiera, e rimane in questo gesto fino alla fine dell’affermazione; dopodiché tutte le mani cadono immediatamente ai lati.

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