Lingue

I croati parlano il croato, una lingua slava meridionale della famiglia indoeuropea. Il croato è abbastanza simile al serbo e al bosniaco, ma gli sviluppi politici dopo il crollo della Jugoslavia hanno incoraggiato i tre gruppi etnici a sottolineare le differenze tra le loro lingue. La distinzione più chiara tra le varianti croata e serba di quella che prima era chiamata la lingua serbo-croata è la scrittura, con il croato scritto in alfabeto latino e il serbo in cirillico. Ci sono anche differenze grammaticali e di pronuncia, così come differenze più evidenti nel vocabolario, che derivano in parte da diversi modelli storici di dominazione straniera. Per i croati, questo ha portato a una spolverata di vocabolario tedesco, ungherese e (in Dalmazia e in Istria) italiano, mentre il discorso dei serbi mostra influenze turche e russe. Inoltre, ci sono stati vari movimenti per “purificare” la lingua croata, che hanno portato ad ulteriori differenze.

Un’altra distinzione linguistica, che riflette le eredità della storia così come gli effetti della geografia, può essere ascoltata nel variopinto miscuglio di dialetti e sottodialetti regionali che sopravvivono fino ad oggi. La lingua letteraria croata standard, basata sul dialetto shtokavian, emerse nella seconda metà del 19° secolo come risultato di uno sforzo per unire tutti gli slavi del sud. Anche se tutti e tre i principali rami del serbo-croato (shtokavian, chakavian e kajkavian) erano parlati dai croati (come lo sono ancora oggi), il dialetto shtokavian era il più diffuso nelle regioni croate della Slavonia orientale, il litorale adriatico da Makarska a Dubrovnik, e l’Erzegovina, così come il Montenegro e la Serbia. Fu quindi adottato dai principali intellettuali nazionali croati del XIX secolo.

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