Sono passati oltre 20 anni da quando Lil’ Kim, alias Kimberly Jones, è entrata in scena con il suo debutto doppio platino, Hard Core. Oggi, con Cardi B, Remy Ma, Nicki Minaj e una schiera di audaci nuovi arrivati come Megan Thee Stallion, a volte è facile dimenticare quanto Kim sia stata fondamentale e quanto profondamente continui a influenzare il rap e lo stile di oggi. Vedi, nel 1996, molto prima di Beyoncé e del suo Bey Hive, c’era un’altra ape regina.
Entra Lil’ Kim, che è uscita dal gruppo hip-hop Junior M.A.F.I.A. al fianco di Biggie. Prima della sua uscita da solista, che quasi uscì con il nome di Queen Bee, Kim aveva collaborato con il suo amante e mentore Notorious B.I.G. su Ready to Die e aveva lasciato il segno su “Get Money” e “Player’s Anthem”. Hard Core la portò ad un altro livello, ponendola come la nuova regina del rap dopo Salt-N-Pepa, Queen Latifah e MC Lyte, con le tracce “No Time”, “Crush on You”, “Queen Bitch” e la preferita di Kim, “Drugs”. Ha reclamato la parola bitch e ha parlato di farsi leccare senza censure, senza vergogna e senza scuse.
C’è qualcosa in Lil’ Kim che è contemporaneamente intensamente performativo e impenetrabilmente reale. Quando Biggie Smalls è morto, ha detto “I soldi non sono tutto” con sincerità assoluta. Sapeva come esibirsi e come possederlo – prima che Nicki Minaj si infilasse in un body rosa da giraffa, Kim ha stupito ai VMA del 1999 con capelli lilla, una tuta da sirena e un pasticcio per capezzoli abbinato – ma non è mai stata camp fino alla caricatura. “Finanziariamente, possiamo arrivare a fine mese, ma spiritualmente stiamo lottando per far fronte alla situazione… È passato un anno dalla morte di Biggie, e non sta diventando più facile lasciarlo andare”, disse Kim nel ’97.
Kim non aveva problemi ad essere vulnerabile; era sessuale, e non faceva prigionieri nella sua musica. Hard Core ha influenzato l’intero genere del rap femminile: L’approccio di Kim alla sessualità era schietto e sfacciato come nessuna rapper mainstream prima di lei. Con “Big Momma Thang”, “Dreams” e “Not Tonight” in particolare, cambiò il modo in cui le donne parlavano del proprio piacere sessuale nel rap e nell’hip-hop. L’autoproprietà sessuale di Hard Core era femminista in un modo in cui il rap non lo era stato prima.
Vent’anni dopo, il flow di Kim regge e, sfortunatamente, il sentimento dietro i suoi testi espliciti e pieni di potere è ancora sovversivo. Eppure, lei sta in piedi a testa alta, possedendo da dove viene, chi è, e cosa vuole.
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