La storia del dodgeball
James Kim, Staff Writer
25 gennaio, 2017
Con la spirit week proprio dietro l’angolo, molti studenti e docenti non vedono l’ora di partecipare a uno degli eventi che si svolgeranno, il torneo di dodgeball. Anche se si può vedere il dodgeball come un gioco divertente giocato in palestra, ha sorprendentemente una storia alle spalle.
Circa 200 anni fa in Africa, il dodgeball non era un gioco divertente, ma un gioco mortale. Invece di usare palle morbide, come quelle usate nella maggior parte delle lezioni di ginnastica, le persone lanciavano grosse pietre. Le tribù usavano questo gioco per allenarsi. Ogni giocatore aveva l’obiettivo di ferire l’avversario. Se un giocatore veniva colpito, veniva continuamente colpito finché non era finito. Nel frattempo, i loro compagni di squadra li avrebbero difesi mentre cercavano di ferire i loro avversari. Questo gioco mortale, ma utile, insegnava il lavoro di squadra e la cooperazione tra i membri della tribù.
Un missionario, di nome James H. Carlisle, assistette a questo gioco diverse volte. Una volta tornato in Inghilterra, influenzò i suoi coetanei a praticare uno sport simile a quello praticato dalle tribù. Cambiò il gioco vizioso in un gioco più sicuro. La grande roccia fu trasformata in una palla di cuoio. Si giocava strategicamente in campo aperto, dove il giocatore sarebbe stato “fuori” se fosse stato buttato a terra da una palla. Tuttavia, i giocatori erano in grado di battere via le palle. C’erano altre varianti di questo gioco che venivano giocate.
Philip Ferguson fu testimone di partite giocate dal St. Gli piacque il concetto del gioco, ma lo cambiò in modo da avere 2 squadre su entrambi i lati del campo di gioco. Portò questa idea fino in America, dove le regole furono stabilite ufficialmente nel 1905. Lo sport si diffuse rapidamente in tutta la nazione e si gioca ancora oggi.