Spirito sovrano al quale appartiene il mio custode, per volontà divina, che in questa pia cura distribuisce le gerarchie degli Angeli per la custodia degli uomini: Tu, parte illuminata della loro milizia eterna per la grazia con cui sei rimasto, senza perdere la sedia che tanti angeli hanno perso, ti prego di guidarmi e difendermi dalla malvagità dei miei appetiti, dalla debolezza della mia natura, dalle insolenze della mia volontà, dalla malizia dei peccatori, dall’esempio dei malvagi, dal potere dei tiranni, dalla vendetta dei miei nemici, dall’invidia degli spiriti ammutinati che non hanno perseverato come te e intendono che io cada come loro.
Angelo santo, non conosco il tuo nome per poterti chiamare con esso; ma conosco il tuo ufficio per potermi avvalere di esso. Assistimi affinché la mia anima ottenga la tua cura e la mia vita la tua ispirazione, affinché da te nella gloria io possa restituire al tuo lodato il posto che il tuo compagno ha perso, e tu possa godere il frutto dei tuoi avvertimenti e io quello dell’obbedienza, poiché io con te e per mezzo della tua ispirazione possa meritare il regno della pace e della gloria.
Così lo concedi, che ti ha innalzato con la sua potenza e mi ha redento con il suo sangue. Amen.
Francisco de Quevedo y Villegas.
Opere scelte di Quevedo y Villegas di Eugenio de Ochoa. Parigi, Baudry, Librería europea, 1860.
Compilato da: José Gálvez Krüger
direttore della Revista de Humanidades
“Studia Limensia”
.